Un nuovo cielo “stellato”?

spacex1.630x360

Chi in questi giorni ha alzato gli occhi al cielo, potrebbe aver notato uno strano fenomeno notturno nella volta celeste… una serie di punti molto luminosi in linea retta, una sorta di anomalo trenino di luci.

Nonostante le diverse segnalazioni di presunti fenomeni ufologici, non si tratta di qualcosa di alieno.

Sono alcuni dei satelliti Starlink dell’azienda SpaceX di Elon Musk; l’obiettivo di questi satelliti è di portare la connettività Internet in qualunque luogo, a basso costo e con performance nettamente migliori rispetto alla classica connettività satellitare.

Uno dei problemi più rilevanti della connettività satellitare ad oggi utilizzata è la latenza dei collegamenti, determinata dalla distanza dei satelliti dal suolo terrestre (tipicamente 36.000 km, in orbita geo-stazionaria; il satellite ruota alla stessa velocità della Terra, e con tale modalità pochi satelliti possono garantire una ampia copertura). A causa di tale distanza, le latenze possono raggiungere i 500ms, un tempo non accettabile in molti contesti in cui è necessaria interazione (es. comunicazioni audio).

L’obiettivo di SpaceX è di mettere in orbita più bassa dei micro-satelliti, su tre quote: 1150Km, 550km e 350km. Con tali altitudini la latenza è sicuramente minore (attesa fra i 30 e i 40 ms, quindi similare ad una ADSL casalinga), ma con lo svantaggio che i satelliti non saranno geo stazionari, ma avranno una rilevante velocità relativa rispetto alla rotazione terrestre. Essendo poi operanti a quote così basse, la loro luminosità rispetto alla volta celeste è notevole.

Per coprire quindi l’intero Globo, garantendo la visibilità di almeno un satellite da ogni punto sulla Terra, a regime saranno necessari indicativamente 12.000 satelliti; al momento ne sono stati messi in orbita circa 400.

Ciò a regime comporterà sicuramente due problemi:

  • un elevato numero di “detriti”; da qui è stata concordata una apposita modalità di gestione dei micro-satelliti, che saranno distrutti prima della loro effettiva obsolescenza (per evitare il cosiddetto effetto Kessler).
  • una rilevante quantità di oggetti luminosi che solcheranno il cielo, “inquinando” dal punto di vista luminoso la volta celeste

Su quest’ultimo punto, già ci sono segnalazioni di astronomi e appassionati italiani che hanno dovuto arrendersi all’impossibilità di effettuare fotografie o foto-misurazioni in notturna,

Ci troveremo quindi di fronte a un “diverso” cielo, dinamico, luminoso e artificiale ?

Chissà se ne vale davvero la pena.

Mai come questa volta, occhi al cielo…

Un nuovo cielo “stellato”?